Bussia Vigna Colonnello Barolo docg Riserva Prunotto 2015 Ingrandisci

Bussia Vigna Colonnello Barolo docg Riserva Prunotto 2015

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Nuovo prodotto

Regione: Piemonte
Denominazione: Barolo Riserva docg
Tipologia di vino: Rosso docg
Vitigno: Nebbiolo 100%
Annata: 2015
Fermentazione: In acciaio a temperatura controllata
Comune di produzione: Barolo (CN)
Affinamento: 24 mesi in botti da 50 hl, 12 mesi in acciaio, 30 mesi in bottiglia
Gradazione alcolica: 14%
Formato: 0,75 L
Allergeni: Solfiti

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Descrizione

Il Barolo Bussia Riserva Vigna Colonnello di Prunotto è un grande vino rosso ottenuto con uve provenienti dallo storico cru Bussia situato nel comune di Monforte d'Alba. Barolo dal carattere intenso e complesso, nel bicchiere rivela un bel colore rosso rubino con sfumature granata. Il bouquet è ampio e composito, con sentori di ribes rosso, bacche nere, su sottofondo di spezie, liquirizia e una delicata nota mentolata. Il sorso è intenso, ricco, dove i tannini vellutati e morbidi sono i grandi protagonisti. Dotato di eccezionale struttura e grande potenziale di invecchiamento, Il Barolo Bussia Riserva Vigna Colonnello di Prunotto si abbina perfettamente a piatti di carne rossa alla griglia o brasata, selvaggina e formaggi stagionati. 

Produttore

Nel 1923 Alfredo Prunotto, rinomato enotecnico, rilevò la Cantina Sociale “Vini delle Langhe” fondata ad Alba nel 1904 che, dopo la prima guerra mondiale, presentava seri problemi economici. La cantina Prunotto, grazie alla grande passione di Alfredo e della moglie, divenne ben presto famosa esportando i propri vini in tutto il mondo. Nel 1956 Alfredo Prunotto si ritira dagli affari e cede l’azienda all’amico enotecnico Beppe Colla affiancato prima da Carlo Filiberti e poi dal fratello Tino Colla, che portano avanti la cantina con gli stessi valori. Nel 1989 la cantina toscana Antinori rileva l’azienda occupandosi dapprima della distribuzione e poi, nel 1995, con il ritiro dei fratelli Colla, anche della produzione mantenendo l’elevato livello qualitativo fortemente voluto da Alfredo Prunotto.

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